Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #2
Autore | |
---|---|
Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Da Zona di guerra A Rimini (Forlì)
Monfalcone 31.3.16
Carissimo Rodo e Rico
Più che darvi nostre notizie vi trattegeremo la nostra situazione che insieme ai nostri compagni di sventura è diventata terribile sia moralmente che materialmente, poiché giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto, la situazione si fa sempre più spaventevole per il tiro micidiale e spesso del cannone che in questi giorni à infuriato senza posa da mane a sera e di notte assecondato dalla furibonda azione della fucileria e mitragliatrici per difendere e ricacciare il cosidetto nemico che forte delle sue posizioni, sanguinosamente uccide e si fa uccidere lui pure in nome del suo augusto sovrano.
E noi che fummo gettati se non in trincea ma in prima linea di fuoco con le artiglierie alle spalle, ai fianchi in testa, trepidanti nel lavoro sotto il volo degli aerei, ci sentiamo gettati al macello, inermi, indifesi, tanto che in questa seconda decade di Marzo, dovettero sospendere il lavoro perché le granate ed i strappels fischiavano su noi, e qualcuno d’altra centuria, vi lasciarono il loro sangue, macchiando la roccia che deve scavarsi per prevenire una ritirata.