Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #10
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Io però parto contento non però per il settore perché lo conosco troppo bene, ma perché è già 9 mesi che non combatto e se un altra pallottola così intiligente mi dovesse colpire anche prima che dovessi entrare in trincea, sarebbe ora presente l’unica mia consolazione.
Vedi Elisa mia atualmente cosa si desidera, il male, per essere salvi e scampi dai gravi pericoli, e essere liberi dai grandi disagi che conduce una guerra di così grande durata e dificoltosa anche per i grandi comandanti nel trasportare grandi masse di soldati.
Se tu pure fossi a casa potresti farti una idea di questa guerra, Conegliano (Piccola Città) ci sono truppe di ogni specie, ospedali militari ne sono parecchi.
Nei paesi più piccoli come S. Fior di Sotto, e Vazzola, ci sono numerose truppe, quasi tutti meridionali che ai nostri citadini non garbano tanto, e oggigiorno ancor meno, per un fatto che successe ha S. Fior di Sotto che adesso di raconterò.
Una sera, o meglio dire una notte fu oltragiata una ragazza quatordicenne dai soldati.
Dopo di aver fatto scempio del suo corpo per tutta la notte, forse in parecchi, la lascirono al mattino morente, ritrovata fu trasportata d’urgenza all’ospedale per il pronto soccorso, ma la poverina aveva troppo soferto, e morirono dopo poche ore.
Pensa se fosse possibile ritrovare quei barberi ed io giudice ignoro la pena che gli farei subire.