Voci della Grande Guerra

Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #3

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Autore
Professione Autore
EditoreBollati Boringhieri
LuogoTorino
Data2000
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot528
N Pagine Pref
N Pagine Txt528
Parti Gold401-520
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza3/3
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Contenuto

Da Zona di guerra A [... ] (Parma)

13-14 agosto 1916

Carisimo Vengo a dirti che neo le bale piene ormai sono proprio stanco di questa malledeta vita questo non epiù una vera vita e proprio una liqui dazione Completa non si po più andare avanti e una vergogna, se non mia mazano I (ceco) mifano morire questi villiachi e cani sfruttatori dei poveri filgli di mama che tanto sofrano, adargli reta, A quei giornali che più che mensogne non metano per ancoragire il popolo nel interno, la setimana scorsa anno avuto il coragio dimetere questi seguenti parole sul giornale della Gazeta de popolo —

Nel setore del’pasorolle i nostri soldati mangiano nel peridio dela vanzata, carne di vitelo e capretti al sugo, e arosto e d’anno illoro vino e marsala cognac, ciocollato formagio e cetera —

invece inostri bravi comandanti ni facevano saltare più volte il pasto e anchespeso, dei giorni che nonsivedeva ne caffe, alla matina ne rangio con carne alle dieci, ne pasta alla sera —

e pasato tanti giorni che non veniva nula da mangiare, che quei giorni che veniva e quei giorni che arivava il rancio di ogi arivava all’indomani di sera, anche tantevolte dopo la mezanote e in quei mentri dele volte arivava il contrataco, e si tirava un altro colpo di cingia, in tuto alla forsa di tirare la cingia, lostrapata —