Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #8
Autore | |
---|---|
Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
ma fatti coraggio e non dubitare mai di me.
Cosa vuoi era il mio destino:
Sappi che in seguito alla mia guarigione mi mandarono al deposito convalescenziario di Modena per essere subito rinviato al fronte, senza poter ottenere neppure quarant’ottore di licenza, ciò mi andò così a cuore che da allora cominciai a concepire il mio piano di fuga:
Il mio viaggio da Modena a Milano fu così drammatico che fu un vero destino se potei trascinarmi sino ad Antrona e sono pure convintissimo che non un secondo riuscirebbe.
Dovetti viaggiare pensa sul tetto dei vagoni e cambiare di vettura durante il marcia, in piena notte onde poter sfuggire alla assidua sorveglianza dei carabinieri.
Eppure vi fù una stella che mi protesse, e arrivando nella valle di Antrona appresi da diversa gente, che da qualche mese, ad Antrona esistevano dei soldati, per la sorveglianza delle frontiere e una caserma dei carabinieri, con un comandante così assiduo e severo che non mi azzardai a venirvi a trovare, onde evitarvi dei dispiaceri, e dei guai a me stesso:
ed essendo pratico delle strade e della montagna giocai l’ultima mia carta sfidando la morte fra le gole, i precipizi e i ghiacciaî dell’Antigine.