Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #8
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
E non è meglio divenire austriaci:
Sono gli austriaci tanto vigliacchi:
No, non è possibile.
Abbiamo ancora noi bisogno di chi c’insegni civiltà cosa significhi, e chi se noi abbiamo l’ardire di dire vigliacco all’austriaco che finisce i nostri feriti, incivile, al detto di Lucci, al nostro soldato che usa in combattimento il coltello a serramanico, cosa si deve dire a coloro che cercano di arricchirsi alle spalle di noi poveri cretini che veniamo quassù a rischiar la vita ed a morire per mantenere sul trono un re travicello ed al governo dei ladri:
Di me che dirti, già t’ho detto abbastanza.
Paragono le nostre povere truppe tanto valorose, a quelle mandrie che vengono portate al macello per nutrire delle loro carni le popolazioni.
Il nostro sangue invece ingrassa il porco governo.