Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #4
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Da Zona di guerra
dalla zona di guerra 22. 1. 1917
Carissimo fratello
Da lungo tempo che ti ho promesso questa mia lettera e che fino algiorno d’oggi mai non ho potuto godo buona salute come spero di te e famiglia W., e mi trovo all’altezza di molto più di 2000 mila metri sul li vello del mare, fa molto freddo e ce molta neve anche più di tre metri.
Caro fratello: tu devi considerare ciò che qui appreso ti dicco come cosa la più preziosa che tu possegga ed inseguito ti istruirò il motivo che a te a molto valore.
Caro fratello: riguardo al fatto ovvero disastro successo alla cascina del runcais del cugnato G. Andrea, cioè della morte delle vacche nell’anno 1902 negli ultimi di Febbraio, io sono il vero autore coll’intervento ed incitamento della madre e sorella Maddalena —
io compii il suddetto delitto afuria di preghiere ed incitamenti della madre e sorella Maddalena, la quale quest’ultima accusava (come sai dei forti dolori di ventre) in tempi indeterminati e specialmente quando le vacche la facevano molto correre perciò io per l’amore che portavo a una simile vipera (e come sai che l’amavamo tutti molto) e specialmente alle lacrime della madre, io cedetti e gettai il fuoco nella stalla del cugnato facendo così morire tutto il bestiame, che lui malgrado le insiste di madre esorella nostra, sua moglie non voleva venderle.