Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #13
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Sentite il rancio me l’anno diminuito più della metà mi davano il formaggio ora non lo danno più mi davano il vino ora lo danno una volta alla settimana, il pane me l’anno diminuito anche quello la carne anche insomma vi dirò che non so più come fare per andare avanti.
Sentite se mi mandate qualche cosa voi di denari tutto va bene altrimenti io ne faccio una delle grosse ho che rubo o che faccio cualche altro di peggio io in questo modo non posso più andare avanti assolutamente non posso più.
Sentite babbo se non potete mandarmi dei soldi perché non ne avete fate un sacrificio vendete qualche cosa, insomma arrangiatevi alla meglio pur che potete se non vole avere dei dispiaceri voi, e che vadi a fare cattiva fine anche io di più che voialtri...
Ve lo torno a ripetere che io non posso assolutamente vivere in questo modo se è per il mangiare non posso resistere solo con quello che mi danno e per il fumare non posso fare a meno, se non ne avete fatemi la cortesia vendete qualche cosa magari anche una vacca insomma quello che volete basta che mi mandate qualche cosa un po spesso se volete che non vadi incontro a qualche pericolo grave Da Zona di guerra A Oggiono (Como) poveretti che vita ci tocca fare peggio dei cani, ma tutto passerà poi torneremo a casa sani e salvi quando avremo vinto secondo la mia idea non lo credo di portare la vittoria come ci dicono i nostri ufficiali che vogliono vincere ma sara impossibile perché non gli portano punto rispetto per quello non si potrà mai fare bene perché vogliono solo la disciplina e i doveri e i nostri diritti non ce li danno come possiamo fare a far bene Da Zona di guerra, Carissimo S., Da qualche giorno ho qui in mia compagnia il caro Mario, spesso parliamo di Lei e delle nostre care famiglie.
Mario sta benone, ma non come crede Lei, perché adesso pur’io mi trovo un tantino più avanti, e con queste giornate tremende la vita non è troppo sicura — spesse volte sfidiamo la morte da vicini.
Mario però spera di squagliarsela, ma intanto per ora è qui.
Il medico gli ha promesso tante cose, speriamo che ci riesca.