Voci della Grande Guerra

Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #16

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Autore
Professione Autore
EditoreBollati Boringhieri
LuogoTorino
Data2000
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot528
N Pagine Pref
N Pagine Txt528
Parti Gold401-520
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Cara Madre date un bacio Voi permé amia sorella Vingenzina amia sorella Ceccina è à mia sorella Petrina e vi prego di falli sposare, Vi bacio a Voi è mio padre, epredentevo la S. B. è sono il vostro Disgraziato figlio ché fino al suo momento vi penza.

P. Emanuele Ciau à tutti Da Zona di guerra A Oreno (Milano) 12.

10.

1917 anno preso tutto il Battaglione senza sparare, del mio Repparto Zappatore che era anche tuo marito di 70 siamo rimasti solo che 20; il G. di Velasca ci è ancora perché lui era indietro a lavorare e quindi lui e tutto rabiato come io sono più arabiato che luiio sono qui sono più arabiato ce te che non sono andato anch’io insieme del tuo Pietro e poi ci penso che cio a casa la moglie cosi io o paura che adeso a poco di malarsi ci o paura che delle volte di restarmi via, se mi resta la mia Giuseppina che vado cosi dacordo sei sicuro che scapo anch’io di la insieme del tuo marito Da Zona di guerra A Albiolo (Como) 27.

11.

1917 La colpa di tutto questo di chi è:

Tanti e tanti dicono che è del soldato ma io però non lo credo, la ricerco altrove, il soldato italiano non ne ha colpa alcuna perché se è stato forte sul Podgora, combatté e morì, come combatte e morì sul Sabotino, sul Vodice, sul Santo e sul Gabriele — cui videro i tacchi degli austriaci, avrebbe saputo anche questa volta non solo trattenere il nemico ma anche sconfiggerlo.