Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #47
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Ora che questi ammontano a forse più di ottantamila ci troviamo invece in 61 medici:
io, dal giorno di Natale (e spero per poco) in Freistadt, 26 a Mauthausen e 34 in Sigmund.
In Freistadt il medico è presente nella microscopica stazione ufficiali — in tutto sono 36 - solo per il servizio di pronto soccorso (dicono i signori austriaci), ma... senza medicine e senza istrumenti.
Io ho richiesto ora uno degli armadi farmaceutici a me indirizzati dalla nostra Croce Rossa.
Quà esistono baraccamenti per trentamila russi anch’essi tutti sparsi ai lavori:
presenti sono poco più di diecimila e presso di questi non vogliono che io presti servizio per non concedermi quella parvenza di libertà che consisterebbe nel potermi recare dalla gabbia ufficiali al suddetto campo russo.
Ho protestato col consenso e l’appoggio del sig. Colonnello C., ho parlato a un generale ispettore; scriverò al conte R. ed alla nostra Croce Rossa — romperò ogni giorno le scatole al Direttore del campo fino ad ottenere il rinvio a Mauthausen o d’esser mandato a Sigmund.