Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #66
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
di marina M., superstite del Medusa, spero avranno fornito una lunga serie di particolari capaci a far decidere una buona volta in Italia un trattamento diverso per i prigionieri austriaci, siano essi soldati siano ufficiali.
Il racconto più fosco può esser fatto solo da alcuni fra i soldati che tornano dai lavori in Serbia ed in Albania:
sono per loro le terre del vero martirio.
Io ho fatto fare spesso rapporto contro i dirigenti dei trasporti 186 e 187, due reparti addetti a costruzioni stradali in Serbia, e pare che il colonnello austriaco di Mauthausen li abbia trasmessi al ministero.
Ti accludo tre dei tanti biglietti che mi facevo indirizzare ogni volta che non mi era possibile interrogare coloro che tornavano dai lavori:
altri ne ho consegnati agl’invalidi.
Speravo di poter completare di nascosto la statistica dei ricoverati negli ospedali, dei morti, ma l’improvvisa partenza (due ore dopo l’avviso), ha disturbato i miei piani.