Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #52
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
L’attacco nemico fu così fulmineo che non ci fu possibile neanche di difenderci e fui preso unitamente a due colleghi, che ora si trovano qui e ad una settantina di uomini della mia compagnia.
Appena prigionieri fummo condotti prima a piedi poi in treno fino a Lubiana ove spedii il primo telegramma... poi...
qui a Theresienstadt con tutti gli altri Ufficiali fatti prigionieri dal 3 al 6 giugno e che purtroppo erano alcune centinaia.
Qui a Theresienstadt siamo raccolti in una grande Caserma dalla quale non si esce che una volta per settimana per andare in campagna.
Ciò non ostante la vita che si conduce è abbastanza buona.
Abbiamo una sala convegno dove si fanno giuochi di Sala, un Teatro dove si producono artisti improvvisati, un cinematografo e seralmente concerto, ballo e varietà.
All’esterno nel cortile, giuochi di boccie, tennis, calcio.