Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #15
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Di quei 300 000 persone ultimi arrivati sin’oggi ne son morti 75 000 e tutti di fame (deperimento organico).
Tutt’ora ne muoiono 30 e 40 al giorno.
Non credo che voialtri pretendete che io sia incluso nel registro dei morti.
Prima che io mi ridugi all’ultimo punto, tenterò la fuga per l’Italia, ruberò e se accade ammazzerò, finché finisco coll’essere ucciso.
Non so spiegarmi come mai a quest’ora non ricevo nessun paccoFate pure, o nobili Signori, siamo lontani e appunto, non ci possiamo intendere bene.
Solo credi ad una vittima morta di fame, che se io son prigioniero ho fatto sempre il mio dovere e se supponevo il mio sofrire ci lasciavo la pelle su i monti dagl’Italiani occupati.
La guerra ancora andrà per le lunghe, ed il governo austriaco ha diminuito la razione del pane, cioè nei primi tempi se ne aveva un quarto ed oggi un ottavo di pagnotta E tu Sig.