Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #25
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Forse finirò io e tanti altri, ma la guerra ancora va avanti Da Mauthausen (Austria) A Alberobello (Bari) 16.
2. 1918 ti hanno levato il sussidio.
Sono grandi vigliacchi perché io quando fui fatto prigioniero fu colpa del mio tenente e non è colpa mia, e poi noi fummo fatti prigionieri in 32 soldati e caporali e 2 sottotenenti come fanno a dire che io sono disertore:
Da Mauthausen (Austria) A Cellino San Marco (Brindisi) 22.
2.
1918
Vi scrivo questa mia lettera per ripetervi che la vita che si fa da prigioniero ora, e che ci danno da mangiare, e quanti ne muoiono al giorno per la fame, ne muoiono 40 - 50 al giorno, che ci danno da mangiare ogni mattina 3 reghe con vermi, e brodo di farina amara, senza condimento, e alla sera 3 fette di barbabietola 1 pagnotta di 1 chilo ogni 10; si dorme come le belve con un po di paglia vecchia senza coperte, almeno noi vecchi teniamo il pagliericcio, e una coperta; poi i capi Baracca vanno a rapporto per reclamare che ci dassero qualche cosa da mangiare, e il Comando risponde, non abbiamo niente da darvi, non è che non vogliamo, ma non ne abbiamo proprio questa è la risposta del comando austriaco Da K. u. K.