Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #41
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
3.
1918 Finalmente dopo una lunga e penosa malattia solo ora ti posso notificare di mia misera e tribolata salute...
mi trovo in Austria dal 28 Ottobre 1917; puoi immaginare cosa non ho provato e quello che mi tocchera provare...
ti prego di fare il possibile di farmi avere qualche pacco di pane, o farina, riso, lardo, ti prego caro fratello, fa il possibile e quanto prima, che già da tempo soffro di tutto abbastanza — io temo di non più rivedersi, troppi sono i patimenti, se vedessi come son ridotto, povero me ti prego caro fratello, che la fame mi tormenta, ti prego e poi ti prego, guardate in tutti di fare qualche cosa che io non sono più uomodunque di nuovo mi inchino dinanzi pregandoti di tutto ciò, pane che ho famecarissimo, tu nemmeno puoi immaginarti quanto qui si soffre del tutto Da Otoshniya (Ungheria) A Cuasso al Monte (Varese) 25.
3.
1918 perché qui se non arriva qualche pacco si deve smarrire (morire); per forza perché oramai noi poveri prigionieri siamo tutti rovinati, già del mio gruppo qualcuno già muore dalla sfinitezza.
La settimana scorsa un dottore ci passò una visita, e ci disse che siamo quasi tutti tubercolotici che vuol dire tisici e con quella malattia lì non si guarisce piùmentre ti scrivo piangoVedo che deperisco tutti i giorni sempre più.