Voci della Grande Guerra

Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #102

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Autore
Professione Autore
EditoreBollati Boringhieri
LuogoTorino
Data2000
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot528
N Pagine Pref
N Pagine Txt528
Parti Gold401-520
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza3/3
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Contenuto

Ci ritorneremo a tempo debito su tutto questo e su tutta l’amarezza che dobbiamo ingoiare, e non vedo l’ora di essere in Italia per iscrivermi al partito anarchico.

E vergognoso ed infame questo modo di trattarci, quando dei vecchi prigionieri sono stati presi feriti.

Frattanto qui si muore lentamente di fame e di pacchi non si sente più parlarne; è una desolazione.

Quei 300 000 della II a armata che tanto facilmente si sono dati prigionieri, scontano di già duramente la loro vita, ne muoiono giornalmente di esaurimento, malgrado sieno venuti carichi di soldi e di oggetti preziosi predati ad Udine Tolmezzo ecc.

Sono venuti qui certuni con dei pacchi di biglietti da 1000 nuovi a serie ed ancora puntati collo spillo.

Anelli, orecchini, cucchiai, catene, orologi, tutto d’oro sono a bizzeffe.

Hanno portato perfino penne stilografiche, inchiostro, gemelli per polsini, cravatte, filo, bottoni, insomma di tutto quello che si può immaginare.