Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #126
| Autore | |
|---|---|
| Professione Autore | |
| Editore | Bollati Boringhieri |
| Luogo | Torino |
| Data | 2000 |
| Genere Testuale | Lettere |
| Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
| N Pagine Tot | 528 |
| N Pagine Pref | |
| N Pagine Txt | 528 |
| Parti Gold | 401-520 |
| Digitalizzato Orig | No |
| Rilevanza | 3/3 |
| Copyright | Sì |
Contenuto
Viva l’Austria poi hanno gridato, sino a perdere il fiato questi mascalzoni:
L’artiglieria fu portata via appena si seppe che i Tedeschi avrebbero iniziato l’offensiva.
Il fronte fu sguarnito di truppe, i ponti sull’Isonzo vennero fatti saltare, abbandonando sulla riva sinistra dai 40 ai 50 000 soldati.
Mentre i tedeschi erano a Caporetto, a Stupizza e a S. Pietro al Natisone, veniva concessa ai soldati la libera uscita, in modo che i tedeschi arrivarono e li presero all’osteria.
Di chi è la colpa:
Forse voialtri saprete qualche cosa, noi non possiamo fare che delle presunzioni provenienti dal racconto di tutti.
E enorme l’udire dei soldati gloriosi d’aver abbandonato il Montenero cantanto e senza aver sparato un colpo di fucile: