Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #260
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Bollati Boringhieri |
Luogo | Torino |
Data | 2000 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 528 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 528 |
Parti Gold | 401-520 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
E. di voler considerare che gli ufficiali ànno ancora indosso la biancheria dello scorso ottobre, poiché il costo esorbitante di essa in Germania non consente che a pochissimi di farne acquisto.
A ciò si aggiunga che tutti sono sprovvisti di scarpe, di abiti e di indumenti invernali ed esposti ai rigori di un clima quasi glaciale: sofferenze e disagi questi che, sommati agli altri più sopra riferiti, sono negli ufficiali la causa prima e più forte di deperimento organico e di accasciamento morale.
Tali condizioni di vita, poste a confronto con quelle dei prigionieri Francesi, Russi, Inglesi e Belgi, i quali dai governi dei loro paesi ricevono abbondante nutrimento e vestiario, costituiscono uno stridente contrasto, che io prego l’E. V., a nome di tutti gli ufficiali di questo campo, di voler eliminare con solleciti provvedimenti, ad evitare che la tensione degli animi, cagionata dalle sofferenze, possa in qualche modo offendere il decoro del nostro paese.
E con questa speranza che io mi rivolgo all’E. V. rappresentante dell’Italia, affinché, mediante un benevolo interessamento, giungano presto dalla madre patria agli ufficiali prigionieri, quel conforto e quell’aiuto che ogni madre non nega ai suoi figli.
Schwarmstedt (Hannover), 30 dicembre 1917.
Devotissimo Capitano Gaetano Tassinari 231° Regg.
Fant.