Lettere di combattenti italiani nella grande Guerra (vol.1) Frase: #27
Autore | |
---|---|
Professione Autore | |
Editore | Edizioni Roma |
Luogo | Roma |
Data | 1935 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | L, 195 |
N Pagine Pref | 50 |
N Pagine Txt | 195 |
Parti Gold | 9-51 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Guardando, al fioco lume della candela, il ritratto del cugino caduto.
La candela ardeva vicino al ritratto del povero mio cugino Piero.
Io fissavo attentamente il bel volto suo, d’uomo forte, d’uomo eroe.
L’animo mio era ancora un poco eccitato da una nuova funesta notizia: un altro caro, morto, un altro Alpino, il cugino Tonio.
Entrambi, a breve intervallo di tempo, cadevano quasi nel medesimo luogo:
l’uno per ostacolare al nemico l’avanzata sul nostro suolo, l’altro per respingerlo, per ritornare all’Italia ciò che era suo.
Ed io lo fissava, non batteva ciglio.