Lettere di combattenti italiani nella grande Guerra (vol.1) Frase: #48
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Edizioni Roma |
Luogo | Roma |
Data | 1935 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | L, 195 |
N Pagine Pref | 50 |
N Pagine Txt | 195 |
Parti Gold | 9-51 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Iseo, 18 settembre 1915.
Caro Stefanino, ti scrive quel bello ufficiale che si chiama Ferruccio.
Per trattenersi con te troverebbe sempre qualche po’di tempo anche tra le fatiche della guerra.
E riuscirebbe sempre a mandarti qualche parola affettuosa, sebbene sia così pigro e così corto, che scrivere una lettera lo spaventa come tirar su una piramide d’Egitto.
Quanto diverso da te che, dice la tua mamma, a fare utile esercizio del tuo sapere nel riavvicinarti con la scrittura alla gente cara trovi il tuo più grande diletto.
Cresci ancora un poco e poi dovrò venire a scuola da te....
.... tu pensi sempre all’Enrico (il fratello di Ferruccio) che spara i cannoni e, come dici, ti piacerebbe pure uccidere un cane, e insomma hai sangue di uomo nelle vene.