Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #466
Autore | Gadda, Carlo Emilio |
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Professione Autore | Scrittore |
Editore | Garzanti |
Luogo | Milano |
Data | 1991 |
Genere Testuale | Diario |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 149 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 149 |
Parti Gold | 13-131 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Intanto la nostra vicenda di schiavi senza conforto ha avuto un nuovo brusco mutamento.
Il giorno 26, improvvisamente, si sparse la voce che noi avremmo dovuto lasciare Rastatt, per far posto ai prigionieri Inglesi.
Io lo seppi da Streib, il Sergente maggiore (feldwebel) del Comando della Fortezza, il quale annunciò a Bruno, in mia presenza, che saremmo partiti, vantandosi di essere stato buon profeta.
La notizia, sparsa pel campo da Tecchi (l’aiutante del gen. Fochetti) e da altri, lasciò dapprima gli ufficiali affatto scettici.
La cosa era così enorme, che molti pensavano a un tranello per farci una perquisizione con la sicurezza di toglierci carte, bussole, ecc.
(Poiché noi, sapendo di restare, avremmo nascosto la roba nella fortezza stessa, mentre sapendo di partire, ce la saremmo presa con noi).
Altri pensavano a un bluff o a uno scherzo. —