Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #470
Autore | Gadda, Carlo Emilio |
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Professione Autore | Scrittore |
Editore | Garzanti |
Luogo | Milano |
Data | 1991 |
Genere Testuale | Diario |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 149 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 149 |
Parti Gold | 13-131 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
La cosa era così enorme, che molti pensavano a un tranello per farci una perquisizione con la sicurezza di toglierci carte, bussole, ecc.
(Poiché noi, sapendo di restare, avremmo nascosto la roba nella fortezza stessa, mentre sapendo di partire, ce la saremmo presa con noi).
Altri pensavano a un bluff o a uno scherzo. —
La speranza di rimanere e il desiderio spingevano tutti a trovar falsa la diceria e a nutrire fiducia di restare a Rastatt.
Così tutto il giorno le diverse opinioni mantennero il campo in uno stato di esaltazione e di nervosismo. —
Comunque la probabilità della partenza era considerata da tutti, e da me pure, come una grande villania, un vero affronto agli ufficiali italiani, i quali erano fatti sgomberare per far posto agli Inglesi.
Si diceva che come noi eravamo stati 5 mesi al Russenlager e alla Caponiera 17, nell’orrore del sudiciume, dei pidocchî, dell’umidità, del freddo, così anche gli Inglesi avrebbero potuto aspettare 15 giorni.