Taccuino di Caporetto : Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918) Frase: #749
Autore | Gadda, Carlo Emilio |
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Professione Autore | Scrittore |
Editore | Garzanti |
Luogo | Milano |
Data | 1991 |
Genere Testuale | Diario |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 149 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 149 |
Parti Gold | 13-131 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Io, in ogni modo, cercherò di ricordarmi di essere un ufficiale italiano e accetterò da soldato la mia sentenza.
Conosco quanto mi ami la sorte, e non mi meraviglierei che m’avesse strappato alla morte con onore, alla «mort en beauté», per riservarmi alla tubercolosi e alla sepoltura di Celle o al ritorno straziante dell’uomo perduto. —
Sentirò che cosa dirà un’altra visita. —
Celle-Lager, 26 aprile 1918. —
Jeri passai dunque una strana giornata, tra un’allegria fittizia con cui cercavo di farmi forza, e una rodente preoccupazione.
Una malattia quale la tubercolosi, togliendo all’uomo ogni speranza, gli annienta la vita. —
Io ho troppo sofferto per poter avere riserve d’energia che mi bastino a vivere senza una idea centrale sostenitrice.