Kobilek: giornale di battaglia Frase: #108
Autore | Soffici, Ardengo |
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Professione Autore | Scrittore, pittore |
Editore | Vallecchi |
Luogo | Firenze |
Data | 1919 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | University of Toronto Library (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 206 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 206 |
Parti Gold | 7-28 (22) |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 1/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
(Censura)
È difficile esprimere il senso misto di curiosità e d’inquietudine suscitato in me dal luogo insolito, da quelli uomini rimuginanti con un ticchettio di gavette e di sciabole nell’oscuro chiarore della notte senza luna, l’elmetto e le armi dei quali luccicavano fra le piante nere, in fossi e buche di cui ignoravo ancora o non potevo che immaginare con difficoltà l’uso e la ragione.
Alcuni comandi dati a bassa voce mi facevano indovinare in quel tramestio soffocato qualche collega;
ma non mi riuscì di distinguerlo nella massa cupa di quei corpi misteriosi.
Frattanto, il mio capitano, fermata la compagnia su l’ultimo tratto della mulattiera che avevamo percorso, andò subito al posto di comando per prenderne la consegna, ed io lo seguii.
Arrivammo a una angusta tana scavata in un masso, in un angolo formato dall’incrocio di due sentieri.
Era chiusa da un telo da tenda, scostato il quale ed entrati, trovammo un ufficiale seduto sur un’asse stretta e corta che doveva servire da tutto: da letto, da tavola, da scrivania.