Kobilek: giornale di battaglia Frase: #137
Autore | Soffici, Ardengo |
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Professione Autore | Scrittore, pittore |
Editore | Vallecchi |
Luogo | Firenze |
Data | 1919 |
Genere Testuale | Memorie |
Biblioteca | University of Toronto Library (Internet Archive) |
N Pagine Tot | 206 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 206 |
Parti Gold | 7-28 (22) |
Digitalizzato Orig | Sì |
Rilevanza | 1/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Domandai allora al povero figliolo perchè tremasse e battesse i denti a quel modo.
Cominciò col dirmi ch’era pel freddo;
ma, subito poi confessò che aveva paura.
Lo rimproverai un poco, schernendolo per tanta pusillanimità che bisognava vincere in tutti i modi, al più presto.
Ma quella franchezza, quel terrore ridicolo, quella gioventù, mi empirono il cuore di tenerezza.
La guerra mi mostrò ancora il suo volto tragico, e non potendo, come avrei voluto, abbracciare e rimettere a dormire nella sua buca di terra quel fanciullo, rimasi accanto a lui a rincorarlo e consolarlo, a spiegargli il nessun pericolo di quel suo primo servizio, per tutta l’ora del suo turno.
Nell’andarmene, dissi al capoposto di fare in modo che nelle sere successive Pietracadella fosse comandato di vedetta più presto affinchè si abituasse a poco a poco a non temere la tetraggine delle ore estreme della notte.