Nome proprio Da Paderborn Renania sett. - Vestfalia
Legenda: Luogo Persona Organizzazione
Lemma: Da Paderborn Renania sett. - Vestfalia – Nomi propri correlati: Luogo Persona Organizzazione
Varianti forma:
Visualizzo 2.281-2.300 di 64.213 elementi.
Documento | Seq. | Testo | |
---|---|---|---|
1917, Gemelli, pp. 25-34 Gemelli, Agostino 1917 Il nostro soldato: saggi di psicologia militare | 124 | Egli non sa rendersi conto di ciò che vede, nè fa la critica delle possibilità che gli si presentano; | |
1917, Gemelli, pp. 25-34 Gemelli, Agostino 1917 Il nostro soldato: saggi di psicologia militare | 125 | non lo può fare per il turbamento psichico nel quale è. | |
1917, Gemelli, pp. 25-34 Gemelli, Agostino 1917 Il nostro soldato: saggi di psicologia militare | 126 | Ma la presenza dei compagni, il sentirsi parte di un tutto e di un tutto del quale altra volta ha esperimentata la forza, le abitudini che ha acquistato durante gli esercizi e che hanno costituito degli automatismi, più ancora l’immagine del capo che per primo compie con risolutezza lo stesso atto che il soldato deve compiere, finiscono per agire fortemente sul nostro soldato e lo determinano a compiere il gesto difficile, uscire dalla trincea, camminare allo scoperto sino alla trincea nemica. | |
1917, Gemelli, pp. 25-34 Gemelli, Agostino 1917 Il nostro soldato: saggi di psicologia militare | 127 | E questo gesto compiuto da tutti vuol dire la esecuzione del piano che il comandante ha predisposto. | |
1917, Gemelli, pp. 25-34 Gemelli, Agostino 1917 Il nostro soldato: saggi di psicologia militare | 128 | Tutto questo ho voluto brevemente accennare per dimostrare come l’atto dominante e più importante nella guerra attuale, ossia l’uscire d’un balzo dalla trincea per correre all’assalto, è il risultato di un complesso di processi psichici: di emozioni, di sentimenti, di decisioni volontarie, di automatismi, d’immagini, di ragionamenti. | |
1917, Gemelli, pp. 25-34 Gemelli, Agostino 1917 Il nostro soldato: saggi di psicologia militare | 129 | Per rendersi conto del meccanismo d’un atto così complesso, bisogna adunque rifarsi più addietro; prendere il soldato nel momento nel quale pone piede per la prima volta nella trincea e seguirlo giorno per giorno sino al momento dell’assalto. | |
1917, Gemelli, pp. 25-34 Gemelli, Agostino 1917 Il nostro soldato: saggi di psicologia militare | 130 | E qui si impone una divisione nell’oggetto della nostra analisi. | |
1917, Gemelli, pp. 25-34 Gemelli, Agostino 1917 Il nostro soldato: saggi di psicologia militare | 131 | Ho accennato che il soldato riesce a far tacere in sè l’istinto di conservazione e a compiere ciò che è in opposizione con esso grazie ad una trasformazione della sua personalità, trasformazione che si opera lentamente in lui e che rende logico quello che prima era illogico e rende facile ciò che prima era difficile. | |
1917, Gemelli, pp. 25-34 Gemelli, Agostino 1917 Il nostro soldato: saggi di psicologia militare | 132 | Conviene adunque studiare in primo luogo il soldato nella vita di trincea, ossia in quel periodo di preparazione grazie al quale trasforma la sua personalità (e questo farò nel presente capitolo). | |
1917, Gemelli, pp. 25-34 Gemelli, Agostino 1917 Il nostro soldato: saggi di psicologia militare | 133 | Ma poi bisogna studiare il soldato in quel periodo nel quale realmente combatte, ossia nell’assalto (e questo farò nel capitolo terzo). | |
1917, Gemelli, pp. 25-34 Gemelli, Agostino 1917 Il nostro soldato: saggi di psicologia militare | 134 | E, poichè la formazione di una nuova personalità è il frutto di un lavorìo lento dovuto all’azione di vari fattori, bisogna, prima d’ogni cosa, stabilire il fatto di questa trasformazione della personalità ed indagarne le cause e gli effetti. | |
1915, D'Annunzio, pp. 117-126 D’Annunzio, Gabriele 1915 Per la più grande Italia: orazioni e messaggi | 1 | PAROLE DETTE IN UNA CENA DI COMPAGNI, ALL’ALBA DEL XXV MAGGIO MCMXV. | |
1915, D'Annunzio, pp. 117-126 D’Annunzio, Gabriele 1915 Per la più grande Italia: orazioni e messaggi | 2 | Compagni, è l’alba. | |
1915, D'Annunzio, pp. 117-126 D’Annunzio, Gabriele 1915 Per la più grande Italia: orazioni e messaggi | 3 | La nostra vigilia è finita. | |
1915, D'Annunzio, pp. 117-126 D’Annunzio, Gabriele 1915 Per la più grande Italia: orazioni e messaggi | 4 | La nostra ebrezza incomincia. | |
1915, D'Annunzio, pp. 117-126 D’Annunzio, Gabriele 1915 Per la più grande Italia: orazioni e messaggi | 5 | Come il pico di Marte percote la scorza della quercia laziale, un cuore misterioso urta stamani il petto del primo combattente. | |
1915, D'Annunzio, pp. 117-126 D’Annunzio, Gabriele 1915 Per la più grande Italia: orazioni e messaggi | 6 | Il confine è valicato. | |
1915, D'Annunzio, pp. 117-126 D’Annunzio, Gabriele 1915 Per la più grande Italia: orazioni e messaggi | 7 | Il cannone tuona. | |
1915, D'Annunzio, pp. 117-126 D’Annunzio, Gabriele 1915 Per la più grande Italia: orazioni e messaggi | 8 | La terra fuma. | |
1915, D'Annunzio, pp. 117-126 D’Annunzio, Gabriele 1915 Per la più grande Italia: orazioni e messaggi | 9 | L’ Adriatico è grigio, in quest’ora, come la torpediniera che lo taglia. |