Voci della Grande Guerra

Nome proprio abolire

Legenda: Luogo Persona Organizzazione

Lemma: abolire  –  Nomi propri correlati: Luogo Persona Organizzazione

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1919, Gentile, pp. 79-109
Gentile, Giovanni
1919
Guerra e fede: frammenti politici
171È l’aspetto che più evidentemente s’impone all’attenzione generale, perché tocca le radici stesse della vita, che a tutti preme di salvare.
1919, Gentile, pp. 79-109
Gentile, Giovanni
1919
Guerra e fede: frammenti politici
172Ma il problema investe la totalità della nostra esistenza economica e politica, morale e intellettuale, nazionale e individuale.
1919, Gentile, pp. 79-109
Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
173Soltanto la cecità d’una disciplina di partito grettamente egoistica ha potuto far dire che in seguito al crollo della potenza politica e militare russa la Russia sta male, ma stanno bene i russi.
1919, Gentile, pp. 79-109
Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
174Il benessere, anzi la vita stessa dell’individuo, salvo singoli casi d’eccezione, non può sussistere in modo distinto e indipendente dal benessere e dalla vita della comunità a cui l’individuo appartiene.
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
175È stato sempre così;
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
176ma oggi più che mai, a causa della complicazione sempre maggiore dei rapporti economici e sociali, che nelle forme giuridiche dello Stato trovano tutela e garanzia.
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
177Oggi come oggi l’esistenza dell’ Italia è la stessa esistenza degli italiani di ogni ceto e d’ogni classe:
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
178di quella proletaria prima d’ogni altra, poiché la prima rovina, onde sarebbe colpita un’ Italia che soggiacesse alla disfatta, è quella evidentemente della grande industria, dal cui svolgimento e dalla cui prosperità dipende non solo la sorte immediata dell’operaio, ma anche quell’organizzazione della classe, in cui dal punto di vista del socialismo è riposto il suo avvenire.
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
179Né il marxista può ignorare che la vita stentata del suo partito in Italia è in diretta relazione con le condizioni dell’industria, rimasta nella maggior parte delle nostre provincie a uno stato appena rudimentale.
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
180Salvare, dunque, l’ Italia è oggi salvare se stessi: ognuno per la sua parte.
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
181Si tratta proprio di ciò:
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
182perché cedere alla pressione dell’invasore, smarrirsi nelle recriminazioni dei partiti, nelle sterili logomachie parlamentari e nelle deplorazioni non meno infeconde delle scandalose malvagità di questo o quell’indegno italiano, è lasciare che l’ Italia venga tagliata fuori dal novero delle grandi nazioni, che stanno in campo ciascuna a difesa del proprio destino, secondo necessità politiche, economiche e morali imposte a ciascuna dalla sua storia.
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Guerra e fede: frammenti politici
183Oggi ancora non ci sono vinti, nè vincitori;
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
184e ognuno si batte perché sente che per vivere bisogna vincere, ed e pronto a qualunque sacrifizio, stretto nella morsa di questo inesorabile dilemma.
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
185vincere o morire.
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
186Chi cade, dovrà fatalmente sentire sul suo capo il piede di chi gli passerà sopra per passar oltre, verso la sua meta;
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
187e non avrà con sé, perché non potrà averli, nè gli amici, nè i nemici di ieri.
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
188Abbandonato a sé, dovrà soccombere.
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Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
189Il diritto alla vita oggi non è acquisito;
1919, Gentile, pp. 79-109
Gentile, Giovanni
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Guerra e fede: frammenti politici
190ma bisogna conquistarselo ad ogni momento, tenendo fermamente il proprio posto, dove soltanto è possibile conservare un valore in quella società delle nazioni, che gli utopisti della politica vanno cercando e vagheggiando in un avvenire irraggiungibile, mentre essa è presente, tragicamente presente, nella sua ferrea organizzazione, oggi che nessuno degli Stati europei — di quelli almeno che contano — si può dire abbia più un diritto pubblico interno che non sia appoggiato a un diritto internazionale.