1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 60 | Viù (Torino), 14 settembre 1917 | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 61 | Carissimo Bergamini, Vuol permettere che, per una volta, invece di intrattenere di cose letterarie i lettori del Giornale d’Italia, io parli loro di politica: | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 62 | Politica inoffensiva, e che è, forse, anch’essa letteratura... | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 63 | Leggevo, dunque, alcune settimane fa, un libro sulla moderna storia italiana, dovuto a uno storico austriaco (del resto, assai riguardoso pel nostro paese), e vi trovavo la tesi: che l’Italia sarà salvata «contro la minoranza che ha fatto il Risorgimento e ha governato la sua recente storia» dai lavoratori e dal partito socialista, dal «popolo». | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 64 | Ora io non intendo dir verbo che suoni ingiurioso all’on. Giolitti, perché ho per massima che gli uomini politici possono essere combattuti, e anche aspramente, e magari con l’ingiuria, dagli uomini politici; ma che chi è fuori della politica attiva non deve scagliar loro, come pur troppo si usa, vituperî, che sono iniqui perché vengono da irresponsabili. | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 65 | Nessuna ingiuria, dunque; | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 66 | ma è un fatto che, nel leggere il libro dell’austriaco, io ho pensato che la sua tesi è, in fondo, la stessa del recente discorso al Consiglio provinciale di Cuneo. | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 67 | E questa coincidenza mi è parsa la più grave critica di quel discorso, del quale (pur concedendo le migliori intenzioni nell’oratore) è difficile disconoscere la non buona efficacia nei disordini di Torino e nel fermento che si è notato in altre parti d’Italia. | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 68 | Ma, passando di pensiero in pensiero, io ho anche riflettuto che i giornali conservatori e liberali, indulgendo a un’enfasi rettorica certamente simpatica, vengono da un pezzo descrivendo un fatto che non esiste, e rischiano di crearlo (ossia di crearne le cattive conseguenze), a forza di descriverlo: | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 69 | press’a poco come il Balzac, a furia di descrivere nei suoi romanzi ammobigliamenti di bric à brac, fece sorgere la moda del bric à brac, e non giovò certo al buon gusto moderno. | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 70 | Il fatto, che non esiste, si compendia nella frase, che vorrebbe essere piena di senso profondo ed è insulsa: | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 71 | — La guerra, la fanno i contadini. | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 72 | — La quale ho udito riecheggiare da contadini, non con accento di orgoglio ma di tristezza e di rancore, in questa forma: | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 73 | «Solo noialtri cafoni siamo buoni ad essere ammazzati». | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 74 | Ora, se si vuol intendere, con quella frase, che nell’esercito combattente i contadini prevalgono di numero, si dice cosa indubitabile, ma che non significa nulla, perché, anche in tempo di pace, contadini e lavoratori delle braccia costituiscono la maggioranza numerica della popolazione. | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 75 | Ma se poi invece si vuol intendere che i contadini vanno alla guerra e i borghesi restano a casa, si asserisce il falso, perché ciascuno di noi, che pur viviamo tra borghesi grossi e piccoli e non tra contadini, guardandosi attorno, vede i suoi famigliari, i suoi parenti, i suoi amici, tutti sotto le armi, e molti di essi uccisi, molti feriti, molti distinti per valore. | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 76 | Le migliaia e migliaia di ufficiali, che questa guerra ha richiesto, sono state fornite, con mirabile prontezza, dalla borghesia, credo, e non dai contadini. | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 77 | Né si borbotti, contro la borghesia, l’insinuazione o l’ingiuria d’«imboscati», perché si dovrebbe allora rispondere col raccomandare alle autorità militari di snidare sempre più implacabilmente gli imboscati dovunque si trovino, ma col raccomandare al tempo stesso ai carabinieri e agli agenti di pubblica sicurezza di stanare e arrestare sempre più alacremente disertori e latitanti, i quali, ch’io sappia, non sogliono essere borghesi. | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 78 | In altri termini, anche per quello che si attiene agli aspetti deplorevoli, inseparabili dalla guerra e comuni a tutti i paesi, nessuna classe sociale gode di un privilegio di purezza. | |
1917, Croce, pp. 207-226 Croce, Benedetto 1950 L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra | 79 | I peccatori sono sparsi in ognuna di esse. | |