Voci della Grande Guerra

Nome proprio Italia

Legenda: Luogo Persona Organizzazione

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1917, Boselli, pp. 19-85
Boselli, Paolo
1917
Discorsi di Guerra
520Mandiamo in questo istante un saluto al Re d’ Italia , il quale vive in mezzo ai soldati come si vive con la propria famiglia:
1917, Boselli, pp. 19-85
Boselli, Paolo
1917
Discorsi di Guerra
527[ [ avvenuto nella mattinata del 27, pronunziò un memorabile discorso in cui espresse la venerazione sua e del popolo italiano per il grande penalista «che tutta Italia onora».
1917, Boselli, pp. 19-85
Boselli, Paolo
1917
Discorsi di Guerra
531Nè avrei mai immaginato che la mia parola potesse risuonare altrove che in quell’aula in cui il popolo napoletano ed il pensiero d’ Italia s’inchinavano ad onorare uno dei più insigni cittadini italiani.
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
544ma sono ancora i meravigliosi lavoratori delle campagne del Mezzogiorno di questa terra, che non ancora potò dare ai suoi figli tutta la felicità che essi meritano, ma i cui figli già diedero all’ Italia tutto il loro sangue.
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
548Perciò fatevi tutti, come foste finora, proseguitori continui dell’idea generatrice, fomentatrice, giustificatrice, sostenitrice della guerra dell’ Italia , che è la guerra della civiltà.
1917, Boselli, pp. 19-85
Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
553L’ Italia doveva fare la guerra che noi combattiamo, e se della parola santa non si abusa, se la parola santa vuol dire cosa eccelsa e perfetta, che rispondo al dovere, cd all’elevazione dell’anima umana, la guerra che noi combattiamo santa è perchè l’ Italia non solo non aveva e non ha confini naturali, quei confini strategici che le spettano, ma non aveva l’unità di tutto il popolo suo; perchè vi erano, e pur troppo vi sono ancora, popoli divelti dal suo seno, che parlano la nostra lingua, ch’ereditano la nostra civiltà, e sono altrettanti focolari, nei quali splende la fiamma della italianità o che pure sottostanno al giogo austriaco, contro l’unità italiana (Vivi applausi).
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Boselli, Paolo
1917
Discorsi di Guerra
554Per l’ Italia questa guerra era un dovere nazionale;
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
555ma se altre regioni italiane, più prossime agli antichi dominatori, di cui hanno conosciuto la tristizia e la oppressione, debbono necessariamente sentire più forte l’impeto della liberazione; noi italiani delle regioni marinare, poichè anche io sono nato in riva al mare, ed al mare ho rivolto tutte le più ideali aspirazioni della mia vita, dobbiamo tener per fermo che, se l’ Italia non fosse scesa in guerra, tristi giorni per l’avvenire dell’ Italia nostra, e specialmente delle nostre città marittime, sarebbero sorti nella storia ventura delle nazioni europee, ed in particolare nella storia futura del nostro Paese.
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
556Voi qui siete in tale situazione che non è possibile non si senta il sospiro dell’ Italia verso nuovi destini, verso piu luminosa fortuna, non si senta l’impulso a stringere la nostra con altre civiltà (Applausi).
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
557Ebbene, se l’ Italia non fosse scesa in guerra, che cosa sarebbe avvenuto di questo radioso avvenire delle città nostre marinaresche;
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
583E la vittoria avremo per l’ Italia e per la civiltà.
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
585ed io penso e credo che tutto il genio, tutto il cuore d’ Italia sente e palpita oggi con noi.
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
587E perciò, Senatore e amico Mangiagalli , non vi risponderò se non per dirvi che nelle vostre parole era l’eco di quell’onda meravigliosa di popolo milanese, acclamante nel nome d’ Italia la guerra fino alla vittoria;
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
600da qui a due anni l’ Italia sarà fatta e nessuno se ne ricorderà».
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
603Fra breve l’ Italia sarà compiuta e nessuno se ne ricorderà».
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
608E non sentite voi e non sentiamo noi, e con noi tutta l’ Italia , che quando si parla di civiltà si parla di popolo Italiano:
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
609E mentre nuovi destini si preparano nel mondo delle nazioni, e mentre tutti gli altri popoli vogliono e operano vigorosamente, non è certamente a Milano , che si potrebbe immaginare un’umile Italia accovacciata nel suo focolare; a Milano , sempre ignara di ogni viltà:
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
610a Milano da cui mossero tanti esploratori di terre lontane quando altri neppure pensavano ad esplorare, a Milano che dai suoi piani spinse tanta onda di energia alle imprese marinare sempre guardando ai destini dei mari d’ Italia .
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
615il giuramento che scacciò dall’ Italia Federico Barbarossa , antenato e maestro d’ogni vecchia e nuova barbarie.
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Boselli, Paolo
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Discorsi di Guerra
617ma il vostro suolo mentre non s’isteriliva nella maledizione del barbarico rito, converse quel sale in seme fecondo da cui germogliarono e fiorirono le generazioni lombarde sempre vigorose e pronte a dare all’ Italia gagliardia di magnanime imprese ed esempio di generosi olocausti.